28 sfumature di bianco.

Il vino che conquistò il sovrano più potente dell’Europa moderna, sgorga oggi copioso dalle fontane di Marino, durante la Sagra dell’Uva più famosa d’Italia. Era sbalordito il grande imperatore. Mentre osservava il calice tenuto in mano, sembrava essere rimasto incantato da quel vino di Marino sorseggiato in compagnia degli illustri commensali, fin quando deciso si alzò, affermando che quello era senz’altro il vino migliore di tutto l’Impero, un regno su cui si diceva non tramontasse mai il sole. Questo era il giudizio di Carlo V D’Asburgo, signore del Sacro Romano Impero in visita in Italia nel 1536.Nel corso della sua lunga storia, il vino Marino DOP (Denominazione di Origine Protetta), ha sempre potuto vantare i personaggi più eminenti dell’epoca tra i suoi tanti estimatori, fin quando nel 1925, il grande poeta e drammaturgo romanesco Leone Ciprelli, istituì la Sagra dell’Uva di Marino, celebrandone pubblicamente la bontà in un’atmosfera popolare e folkloristica. Da allora è puntualmente organizzata ogni anno la prima domenica di Ottobre, un evento davvero unico al mondo, in cui poter ammirare il “miracolo” profano delle fontane da cui sgorgano fiumi di quest’ottimo vino, oggi sapientemente tutelato dal “Consorzio Tutela Vino di Marino”. La sua gloriosa fama trae origine dall’antica abilità dei contadini, che di generazione in generazione hanno saputo esaltare le eccezionali qualità di questo vino bianco in tante diverse tipologie, ciascuna delle quali a sua volta presenta ulteriori versioni. Così avviene per la tipologia di Bianco, Superiore, Classico e Classico Superiore, che comprendono ognuna le versioni Secco, Abboccato, Amabile o Dolce. Ulteriori varietà si possono assaporare per le tipologie Frizzante, Vendemmia Tardiva, Passito, fino allo Spumante, per un totale di 28 favolose tonalità di un unico incredibile vino. Davvero ce n’è per tutti i gusti! La gustosità di mangiarlo è incredibile, l’intensa dolcezza è stemperata amabilmente dal tenue retrogusto acidulo che conferisce al sapore una nota vivace squisitamente agrodolce, un lontano ricordo delle origini passate.

©  Paola Bartoloni