Dopo la morte di Pompeo venne ereditata dal figlio Sesto ed in seguito entrò nel patrimonio dell’Imperatore Augusto e dei suoi successori. Probabilmente si articolava su tre piani, ed era completata da ninfei, criptoportici, statue, fontane e giardini; oggi si conserva quasi interamente il piano terra (340 metri di lunghezza e 260 di larghezza, pari a 9 ettari di superficie).
Tra i reperti rinvenuti fra Settecento ed Ottocento ricordiamo: l’ara marmorea, su cui sono scolpite le fatiche di Ercole, oggi conservata presso i Musei Capitolini; i due splendidi centauri in marmi policromi ed il Bacco barbato, oggi esposti nel Museo dei Doria Pamphili (allora proprietari del parco dove sono stati rinvenuti i resti della Villa Imperiale)
I resti della villa sono all’interno di Villa Doria, giardino comunale sempre visitabile, parte dei ruderi possono essere visti percorrendo i viali della villa.