Marino

Chiesa di San Barnaba

Da piazza Matteotti si discende lungo Corso Trieste fino alla piazza dove sorge la seicentesca basilica dedicata a San Barnaba, patrono della città. La chiesa, che venne edificata per volere del Cardinal Girolamo Colonna su disegno di Antonio del Grande, deve l'aspetto attuale ai lavori di restauro effettuati nel 1908 per i danneggiamenti causati dal terremoto. La facciata, realizzata tra il 1652 ed il 1653, è progettata in elegante stile barocco.

La parte inferiore della facciata è suddivisa in tre parti da lesene di ordine corinzio, i portali laterali sono sormontati da due statue in peperino dipinto alte circa due metri, a sinistra è raffigurato san Barnaba, recante in mano la palma del martirio, mentre a destra c’è Santa Lucia da Siracusa, che tiene in mano anch’essa una palma del martirio ed un piattino contenente gli occhi simbolo della sua fede. Sopra le statue, accanto alle volute, sono collocate altre due statue di angeli. Il timpano contiene lo stemma araldico della famiglia, ovvero una colonna sormontata da un galero cardinalizio. Infine sei fiaccole in peperino poggiano sul frontone.

L’interno è articolato in una pianta basilicale a tre navate, quella centrale è coperta da una volta a botte lunettata, quelle laterali da volte a botte ortogonali alla navata principale. Sei lunette della navata centrale e le finestre della lanterna nella cupola assicurano l’illuminazione naturale all’edificio.

All’interno si trovano: l’altare della Madonna del Popolo dove si venerava un’immagine forse proveniente da Costantinopoli; il Martirio di San Bartolomeo del Guercino, accanto all’omonimo altare; il Martirio di San Barnaba attribuito a Bartolomeo Gennari, della scuola del Guercino; il fonte battesimale del Settecento; la statua di Alessandro Algardi raffigurante Girolamo Colonna, posta dentro una nicchia sopra al coro.

Nell’anticamera della sagrestia sono conservate alcune opere degne di nota, quali San Francesco d’Assisi attribuita a Girolamo Muziano (1528-1592) o a Giovan Battista Caracciolo (1578-1635); l’Umanità di Cristo di Cherubino Alberti su disegno di Michelangelo Buonarroti e due ovali su due pareti contrapposte raffiguranti San Pietro e San Paolo attribuiti a Guido Reni.

Inoltre ricordiamo San Rocco, copia del quadro conservato presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie e attribuito al Domenichino o a Mattia Farnese (1631-1681), quadro destinato in origine alla cappella di San Rocco nell’omonima località, rasa al suolo nel 1944.

Pregevoli sono anche gli affreschi sul soffitto, raffiguranti la Gloria dello Spirito Santo su un finto soffitto sfondato, e gli stalli in noce del Coro, risalenti al 1747.

Nel 1697 sul retro della Collegiata è stato costruito l’Oratorio della Venerabile Arciconfraternita del Gonfalone, come sede definitiva della confraternita. L’interno è ricco di affreschi.