L’essenza antica di una dea racchiusa in un frutto senza tempo. Duemila anni di dolcezza a due passi dal lago di Nemi. Le origini di questo famoso frutto affondano le proprie radici nel mito. Già duemila anni fa infatti, doveva essere nota la bontà di queste particolari fragole, se venivano identificate con le lacrime della Dea Venere e tutto il mondo romano le celebrava ogni anno in una festa a Campo de’ Fiori.Camminando tra le vie di Nemi, si rimane incuriositi dalle vetrine dei negozi e dei bar tipici in cui sono esposte: l’emblematica forma a cuore, conica o allungata, basta da sola a distinguere le fragole del “bosco sacro a Diana”, dalle fragole comuni, ad attirare i passanti col richiamo del loro profumo fresco e selvatico.
Ma è l’intensità di sapore straordinariamente dolce, che sprigionano una volta raggiunta la piena maturazione, ad appagare ogni aspettativa, a cui segue una nota acidula che ne arricchisce il gusto di diverse piacevoli complessità.La piccola fragolina di Nemi, con il suo aroma soave e un retrogusto di sofisticata delicatezza, ha conquistato un posto speciale nei bar e nei ristoranti del paese.Oltre ad essere l’ingrediente protagonista delle famose “crostatine” con crema pasticcera, questa delizia non si tira indietro neanche di fronte a piatti più ricercati, poiché per le sue originali caratteristiche è in grado di valorizzare ottimamente sia primi che secondi. Un’altra specialità degna della sua fama è il Fragolino, senza dubbio il prodotto d’eccellenza nel quale gli artigiani nemorensi hanno saputo esaltare le formidabili qualità di queste fragole: un gustoso distillato dall’aroma dolce e aromatico a base di fragoline di bosco, rigorosamente raccolte a mano.
L’annuale Sagra delle Fragole (giugno) a Nemi tuttavia, rimane l’evento per eccellenza in cui poter gustare questo frutto in un’atmosfera tradizionale e folkloristica.
Le fragoline di Nemi sono riconosciute come un Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT), marchio di tutela istituito dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
© Paola Bartoloni