Il numero uno dei pani IGP
Da nobile regalo per principi e signori alle sagre popolari, cinquecento anni di storia e tradizione. Quando il principe Cesarini Sforza lo offrì in dono al Papa, erano ancora le “socce” i forni per eccellenza designati alla cottura di questo pane già allora tanto amato. Può presentarsi sotto forma di una classica pagnotta o di un filone, in cui un cuore di soffice mollica color avorio, è racchiuso da una sottile crosta scura e croccante dal profumo di grano.Sebbene siano trascorsi secoli dalle sue origini, si può assaporare il gusto autentico di questo pane ancora oggi, entrando in alcuni panifici storici di Genzano, che continuano ad utilizzare i vecchi forni del ‘600. Così l’antica tradizione è gelosamente custodita e portata avanti a cominciare dalla preparazione del lievito madre. Una seconda lievitazione assicura a questo pane la sua fragranza unica, incomparabile, il giusto equilibrio di sapori.
Fin dal primo assaggio, si rivela incredibilmente armonioso il contrasto tra la crosta esterna al cruschello di grano, e l’interno morbido e spugnoso. Leggerezza e bilanciata sapidità sono caratteristiche che rendono questo pane ottimo da mangiare anche da solo e che, grazie alla particolare cottura, mantengono la loro fragranza nel tempo. Non c’è da stupirsi se è proprio il pane di Genzano, oggi tutelato dal Consorzio Tutela Pane Casareccio di Genzano, a vantarsi del primato europeo nella qualificazione di pane IGP (Indicazione Geografica Protetta).
© Paola Bartoloni