Carciofi alla matticella

il gourmet dei Castelli Romani.Tutta l’essenza della tradizione contadina servita su una fetta di pane: un piatto unico dal sapore irresistibile.

A Velletri, patria dei “Carciofi alla matticella”, l’antica leggenda popolare li vuole frutto di un romantico incidente.

Si narra della bella Assuntina, che mentre amoreggiava tra le braccia del suo spasimante nel vigneto, non si accorse di aver fatto cadere tra le braci di alcune “matticelle”, (fascine di sarmenti dalla forma irregolare ricavati dalla potatura delle viti), il canestro con i carciofi.

Gli ortaggi, destinati alla colazione del padre e degli altri operai, sembravano irrimediabilmente bruciati, ma la ragazza, senza perdersi d’animo e per non incorrere nelle ire paterne, infilò nel cuore dei carciofi qualche rametto di mentuccia selvatica e dell’aglio fresco che raccolse al centro dei filari. Li risistemò quindi tra le braci, avendo cura di cospargere ogni carciofo con una buona dose di olio extravergine d’oliva. Presentando il piatto come un atto d’amore in omaggio alla vite e ai carciofi, che da sempre crescevano in simbiosi nel vigneto, la giovane raccolse l’entusiasmo di tutti i commensali, felici e appagati da quella squisita novità.

Se fosse realtà o pura leggenda, di fatto ogni primavera a Velletri, i vignaioli celebrano da secoli il matrimonio del carciofo con la “matticella” nelle famose “carciofolate” in campagna, e nell’ ufficiale “Festa del Carciofo alla Matticella”, l’evento gastronomico che più di ogni altro rende onore a questa specialità.

Sarà un piacere inaspettato lasciarsi stregare dal profumo rustico e penetrante delle braci, avvicinarsi, e scoprire come in un quadro impressionista i carciofi disposti tra la cenere, con il gambo immerso e le brattee poggiate sulle “matticelle” ardenti.

Le “mammole romanesche” sono lasciate arrostire per un’ora circa, abbondantemente irrorate d’olio extravergine d’oliva dell’ultima raccolta, prima di essere servite su di un soffice letto di pane casareccio. Se a prima vista vi sembrerà di avere tra le mani solo un carciofo bruciato, basterà mondarlo delle foglie esterne per restare inebriati dalla fragranza unica e indescrivibile che sprigiona il suo cuore morbido, addentarlo, e lasciarsi trasportare dalla sua rustica dolcezza. L’olio rimasto prigioniero nelle brattee, potrà così riversarsi liberamente sul pane, e inondare la mollica e il palato di gustose emozioni che valgono un viaggio.

I Carciofi alla Matticella sono riconosciuti come un Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT), marchio di tutela istituito dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

©  PAOLA BARTOLONI