(condottiero etrusco), da parte dell’antica famiglia Arrunzia che aveva possedimenti in zona; infatti è stato edificato nella prima metà del I secolo a.C., dunque circa sei secoli dopo il famoso combattimento degli Orazi e dei Curiazi. Il Sepolcro degli Orazi e Curiazi è situato al limite meridionale del centro abitato, sul ciglio dell’antica Via Appia, e rappresenta un esemplare unico per l’architettura che trova riscontro nelle urne cinerarie etrusche di Volterra.
Architettonicamente è realizzato da grossi blocchi di peperino; è costituito da un parallelepipedo di pianta quadrata sormontato da quattro tronchi di cono posti agli angoli (di cui soltanto due sono ancora integri), ed uno di dimensioni maggiori al centro, contenente la cella sepolcrale, del quale rimangono solo resti.
Nel 1812 Antonio Canova, in qualità di Ispettore Generale delle Belle Arti dello Stato Pontificio, incaricò Giuseppe Valadier e Paolo Provinciali di eseguire il restauro del mausoleo; l’intervento, durato dodici anni, ha causato distacchi di materiali e crepe, tuttavia è divenuto parte integrante della storia del monumento, data l’importanza di personalità di spicco come quella del Valadier e sia perché rappresenta una testimonianza delle prime opere di restauro effettuato secondo i moderni criteri di intervento.