I lavori dell’eremo di San Romualdo sono iniziati nel 1607, ad opera di padre Alessandro Secchi, sul terreno concesso da Papa Paolo V, per dotare i Camaldolesi di una sede vicino Roma. L’ordine infatti era originariamente dislocato unicamente tra l’Emilia Romagna e la Toscana. L’edificio religioso, progettato dal Tarquini, venne completato nel 1611 e consacrato nel 1680.
Nel 1772 la chiesa è stata ricostruita; attualmente presenta una navata e quattro cappelle laterali, due per lato; sull’altare maggiore è raffigurata la Visione di S. Bartolomeo di Antiveduto Gramatica del 1620, e nella prima cappella di sinistra Riposo nella fuga in Egitto eseguito da Carlo Saraceni nel 1606. All’interno inoltre è possibile ammirare S. Ippolito carceriere convertito da S. Lorenzo di Antonio Gherardi, del 1670, e gli stucchi ornamentali attribuiti a Tommaso Righi.
Alla chiesa si affiancano un’infermeria, un refettorio e la foresteria. Al piano superiore si trovano le celle che ospitano i religiosi.