Terminò nel 1619. La planimetria della chiesa è quasi perfettamente rettangolare, ad un’unica navata, con due cappelle laterali, espressione dell’essenzialità che doveva accompagnare la vita dei frati: unico elemento decorativo è una fascia orizzontale che accompagna il muro sotto la volta del presbiterio e sotto la volta a botte dell’aula.
La pala d’altare, dipinta nel 1618 da Gherardo delle Notti, rappresenta Flaminia Gonzaga rivolta verso la Madonna con il Bambino e San Bonaventura che contempla San Francesco, sullo sfondo si può riconoscere il Convento di Palazzola ed il Monte Cavo. Nella cappella di destra è conservato un presepe opera di Andrea Bolgi e Stefano Speranza, artisti berniniani: l’impronta della scuola è riconoscibile nella purezza delle linee dei panneggi e nel disegno dei volti.
Il convento venne soppresso due volte, la prima nel 1810 da parte di Napoleone e la seconda nel 1873 da parte del governo italiano; nel 1876 il Fondo per il Culto cedette il convento, la chiesa ed il bosco al Comune di Albano che in un primo momento lo adibì ad ospizio di mendicità, ed in seguito lo mise all’asta. I frati riuscirono ad acquistare lo stabile e l’orto, mentre la parte boschiva rimase proprietà demaniale.
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