Lariano

Il rilievo montuoso sotto il quale sorge Lariano (Maschio d’Ariano, anticamente conosciuto come Monte Algidus), in epoca imperiale ospitava un avamposto di difesa romano e successivamente un castello fortificato. Orazio, nel suo Carmen Seculare, afferma che sul monte anticamente era situato un tempio dedicato alla Dea Diana.

Nell’846 Demetrio, figlio di Melosio, ricostruì il castello per proteggere la popolazione dalle aggressioni arabe. Data l’invidiabile posizione del territorio, nel corso dei secoli fu terra di contesa di molte nobili famiglie. Furono i Conti del Tuscolo, gli Annibaldi, i Savelli ed in particolare i Colonna a segnare la storia del territorio. Nel conclave che si tenne a Viterbo nel 1269, la Chiesa rivendicò il dominio del territorio; nel 1235 Papa Gregorio IX incluse la Rocca di Lariano tra le Castellanie della Chiesa.

Nel 1268, alla morte di Papa Clemente IV, Ricciardello Annibaldi, si impadronì del castello; le milizie di Velletri, spinte dal Collegio dei Cardinali, lo attaccarono in nome e per conto della Chiesa, ma senza alcun successo. Furono i Colonna a prendere possesso del territorio, conservandolo fino a quando l’Antipapa Clemente VII lo consegnò agli Orsini. Dopo aspre battaglie, la Rocca tornò nelle mani dei Colonna, che però nel 1412 vennero sorpresi da Teobaldo Annibaldi, che divenne il nuovo padrone di Lariano. Nel 1417 Oddone Colonna, nominato Papa con il nome di Martino V, riassegnò l’interno feudo alla famiglia, ma alla sua morte (1431) il nuovo Papa Eugenio IV annullò i privilegi assegnati dal precedente Pontefice.

Ci furono aspre battaglie tra la Chiesa ed i Colonna, che vennero sconfitti solo dalle milizie veliterne guidate da Paolo Annibaldi della Molara; il Castello fu incendiato e distrutto e nel 1436 ci fu la resa finale e Papa Eugenio IV donò il territorio alla città di Velletri in segno di riconoscenza per gli aiuti resi.

Da allora Lariano perse la sua indipendenza, e fu frazione della città di Velletri fino al 1967, anno in cui divenne Comune, conseguendo da quel momento un notevole progresso demografico ed economico.

 

Per approfondire

“A convincermi a scegliere definitivamente in quel momento i Castelli Romani, è stata la grande emozione provata entrando nel piccolo giardino di quella che sarebbe diventata la nostra nuova casa a Lariano, vedere le magnolie, gli olivi e un fico, alberi presenti anche nella mia casa in Calabria, ricordo che li abbracciai con un forte sentimento di gratitudine. Poi i boschi di castagni, il Maschio di Lariano, il verde intenso e ricco, i profumi che tanto assomigliavano a quelli della Calabria. Poi il paesaggio che dalla Pianura Pontina, portava lo sguardo fino al mare, il Circeo… i tramonti di fuoco: Le parole “vive” di Maria Teresa Pellegrini Raho