Castel Gandolfo

Ninfeo Dorico

E' il primo sito archeologico che s'incontra scendendo dal centro di Castel Gandolfo verso il Lago Albano lungo Via Gramsci.

CHIUSO TEMPORANEAMENTE.

Originariamente era inglobato all’interno della Villa di Domiziano, ma oggi si trova isolato dagli altri monumenti della vasta residenza imperiale che si estendeva intorno al lago. Scavato all’interno del cratere lacustre, esso è rivolto verso il monte Cavo, l’antico mons Albanus, che fu sede politica e religiosa della Lega Latina. Il Ninfeo Dorico fu scoperto all’inizio del XVIII secolo e secondo molti studiosi non è da attribuirsi all’epoca di Domiziano, ma si tratterebbe di uno dei sacrari eretti in onore delle antiche divinità di Albalonga e descritti da Cicerone. Le dimensioni sono 11 x 6 m., con un’altezza massima del soffitto voltato a botte di 8 metri. Il Ninfeo è rivestito all’interno in opus reticolatum. La varietà degli stili decorativi spazia dal cornicione dorico ai capitelli ed alle mensole dei pilastri in fattura ionica. Le teorie di nicchie che scorrono lungo i lati dell’ambiente, comprese le due sulla parete di fondo sotto un timpano spezzato, lasciano supporre che ospitassero statue. Sotto al timpano vi era il vero e proprio motore dello stupendo gioco d’acqua ottenuto tramite cascate e cascatelle, canali e canalette che venivano alimentati da uno degli acquedotti che solcavano il cratere Albano e da una serie di cisterne e condotti idrici posti dietro alla parete centrale di fondo. In epoca medievale, l’area antistante il ninfeo fu probabilmente fortificata, ma sono poche le testimonianze archeologiche che possono aiutare a comprendere questa fase.