La facciata è a doppio ordine di lesene, in pietra sperone, con capitelli dorici e ionici, alternata a specchiature in piccoli mattoncini, ed è coronata da un frontone triangolare contenente un grande stemma marmoreo.
Quella prima chiesa parrocchiale era stato eretta in forme ampie e sontuose nel 1580 per volere di Papa Gregorio XIII e da questi elevata ad Arcipretura; ma già nel 1616, quando giunse nelle mani del Cardinale Scipione Borghese, era in stato di completo abbandono.
Così nel 1666 il Principe Giovan Battista Borghese ne ordinò la demolizione e la completa ricostruzione, affidando la direzione dei lavori all’architetto Carlo Rainaldi, che si avvalse di ottimi artisti, all’epoca ben noti a Roma, quali ad esempio Pietro Jacomo Mola (costruzione, decorazione interna), Francesco e Cosimo Fancelli (decorazione plastica), Giacinto Brandi, Ciro Ferri e Guglielmo Courtois (pittori delle tele d’altare).
Il Duomo venne consacrato il 1° giugno 1766 dal Cardinal Enrico Duca di York.