All’esterno il Monastero si presenta racchiuso da una massiccia cinta muraria merlata dotata di camminamento di ronda e da una rocca munita di torre semicircolare, la cui edificazione fu decisa nel 1482 dal Cardinale Giuliano della Rovere per il controllo e la difesa del luogo di culto. La progettazione del Castello Roveriano venne affidata probabilmente agli architetti Antonio da Sangallo e Baccio Pontelli. L’edificazione della struttura venne interrotta nel 1503, quando Giuliano della Rovere venne eletto Papa con il nome di Giulio II. Attualmente si conserva ancora il portone principale decorato da bassorilievi celebrativi, che all’epoca era dotato di ponte levatoio. L’attuale ponte di accesso all’Abbazia introduce al cortile con la grande statua di San Nilo ed al portico del Sangallo. La Chiesa di Santa Maria è affiancata da un campanile in stile romanico e presenta una facciata ornata da un enorme rosone. Attraverso la porta detta “speciosa” a motivo delle ricche decorazioni che la ricoprono, si accede all’interno della Basilica. Gli ornamenti interni, originalmente in stile romanico, sono stati ricoperti nel 1754 da un fitto rivestimento in stucco di stile barocco. Il soffitto in legno è del 1577, il pavimento in marmo policromo si raccorda al gusto del XIII secolo, mentre l’arco trionfale che divide la navata centrale dal presbiterio è decorato da mosaici del XII secolo con scene della Pentecoste.
La navata laterale contiene la cosiddetta Grotta Ferrata (cryptaferrata) e la Cappella Farnese con affreschi del Domenichino. All’ingresso dell’abside spicca l’icona di Maria col Bambino di Gian Lorenzo Bernini, alle spalle abbiamo il Santuario con il baldacchino da cui pende la Colomba argentata che custodisce il Santissimo Sacramento.
La biblioteca e il laboratorio di restauro
All’interno dell’Abbazia si trova una importante Biblioteca dove sono conservati più di mille manoscritti antichi e circa 50.000 volumi di grande valore, alcuni risalenti agli anni della fondazione dell’Abbazia ed appartenuti allo stesso San Nilo. Oltre alla Biblioteca, dal 1931 l’Abbazia possiede un famoso Laboratorio di Restauro del Libro Antico, che annovera fra i suoi lavori più importanti il restauro del celebre “Codice Atlantico” di Leonardo da Vinci; l’opera del Laboratorio è stata inoltre fondamentale nel restauro dei manoscritti salvati dall’alluvione di Firenze del 1966.
Il Museo dell’Abbazia
La visita del museo permette di ripercorrere più di duemila anni di storia del territorio, attraverso una raccolta di reperti archeologici e di opere d’arte, formatasi nel tempo grazie all’interesse dei monaci per le antichità e per la storia del monastero, a cui recentemente si sono aggiunti altri importanti materiali.
La raccolta è ospitata nelle sale rinascimentali, di cui una affrescata, del Palazzo del Commendatario e presenta un allestimento che segue un ordine cronologico.
La scultura antica e la statuaria antica, i sarcofagi, l’ipogeo “delle Ghirlande” di recente scoperta, mostrano la ricchezza e la qualità artistica che caratterizzavano le residenze e le sepolture dell’ager tusculanus in età romana.
A seguire sono esposti i notevoli resti dell’arredo liturgico e gli affreschi che ornavano la chiesa abbaziale nel medioevo, fino alle sculture, dipinti e oggetti liturgici dal Rinascimento all’età barocca.
Per approfondire
Quando però ci troviamo a parlare della “Pittura di icone”, dobbiamo necessariamente pensare; se desideriamo un approccio appropriato a questa tematica ai due mondi- visibile ed invisibile in contatto. Nelle Icone c’è un tempo , sia pur breve a volte concentrato sino all’atomo di tempo in cui questi due mondi si toccano: Significato semantico iconografico
Una millenaria abbazia a Grottaferrata e la sua vita religiosa che i monaci conducono in rito bizantino-greco, ancor oggi celebrato. La tastiera di un organo a canne sonore (o di un pianoforte a corde intonate) che ripropone una melodia cantata e che, con la possibilità esecutiva di due o più suoni contemporanei, ne ripropone l’ armonizzazione accordale, della melodia stessa: Ruggero De Angelis: il canto antico della badìa di San Nilo per tutti