Albano Laziale

Anfiteatro Romano

L’Anfiteatro Romano di Albano Laziale sorgeva oltre il lato Nord-Est dell’antico accampamento e fu edificato dalle maestranze della Legione all’incirca nella prima metà del III secolo d.C., per lo svago dell’esercito; l’impianto poteva contenere fino a 16.000 persone.

L’ANFITEATRO E’ TEMPORANEAMENTE CHIUSO.

Dalla strada che oggi costeggia l’anfiteatro da una posizione sopraelevata, è possibile ammirare interamente la monumentale costruzione grazie alla prospettiva che offre il dislivello del terreno. Presenta una forma ellittica ed è stato realizzato con diverse tecniche murarie, sia scavando nel banco roccioso, sia con costruzioni in muratura, su un terreno posto in forte pendenza.

Per rafforzare la spianata è stata costruita una terrazza sostruttiva, utilizzata anche per la sosta ed il movimento di persone e carriaggi. I due vomitoria (ingressi trionfali), erano posti all’esterno dell’asse maggiore; sotto l’arena era stato costruito un cunicolo che oltre a raccogliere le acque, permetteva, attraverso un montacarichi, l’ingresso delle belve nell’arena.

Della cavea rimane poco, mentre è possibile distinguere il podio imperiale (pulvinar). Nel medioevo è divenuto cava di materiali da costruzione e successivamente è stato trasformato in un luogo di culto ed in un cimitero cristiano, come testimoniano i loculi per sepolture e i due oratori rinvenuti (uno ricavato nel terzo fornice, nella cui abside sono visibili affreschi raffiguranti i Santi Stefano, Lorenzo, Nicola, Pancrazio ed un Papa tuttora non identificato; un altro scavato nella roccia sul lato sinistro del parapetto della cavea).

Gli scavi sono stati effettuati nel 1912 da Giacomo Mancini e nel 1914 da Giuseppe Lugli, studioso per eccellenza dell’Anfiteatro. Nel 2000 il Comune di Albano ha ultimato i restauri e gli scavi, grazie ai quali sono stati ritrovati nuovi reperti e deposizioni funerarie.