È chiamata anche Duomo nuovo, in contrapposizione a Santa Maria della Cima, il Duomo vecchio. L’edificio è stato edificato per soddisfare le esigenze di una popolazione sempre in crescita. I lavori sono iniziati nel 1781, sotto la direzione dei fratelli Giulio e Giuseppe Camporese: quest’ultimo è considerato l’autore principale della Collegiata. Nel 1808 c’è stata la consacrazione.
La facciata richiama lo stile romano cinquecentesco; è tripartita, con corpo centrale più elevato, articolata su due ordini, tuscanico quello inferiore, ionico quello superiore. Il portale, incorniciato tra due colonne, presenta un timpano curvo, poggiato su mensole e sovrastato dallo stemma di Genzano. Nella parte superiore notiamo quattro colonne che sorreggono il timpano a cornice dentata ed al centro una finestra rettangolare, affiancata da due nicchie simmetriche.
Ai lati dell’edificio sono visibili due contrafforti esterni alla navata ed alla parete del transetto; a destra è presente un campanile decorato con monofore, ricostruito nei primi anni del ‘900 in seguito all’abbattimento di quello originario.
L’interno è a croce latina. Tra la seconda e la terza arcata della navata centrale, a sinistra, notiamo un pulpito intagliato in legno che presenta al centro un rilievo dorato raffigurante la Consegna della Regola di San Benedetto da Norcia. Tra la navata centrale ed il transetto campeggiano quattordici tavole raffiguranti le stazioni della Via Crucis, provenienti da S. Maria della Cima.
La cupola, e quattro grandi pennacchi in cui sono raffigurati i quattro Evangelisti, poggiano su pilastri lesenati; le lesene dipinte corrispondono a quelle della facciata. Al di sopra, tra volta e volta, si aprono delle lunette a finestra.
Entrando nella chiesa dalla porta esterna destra, si accede al corridoio di destra su cui si aprono quattro piccole cappelle rettangolari, ciascuna delle quali è provvista di altare e decorazioni a pittura oppure statue. Nei pennacchi della prima cappella, dedicata a Sant’Antonio di Padova, sono rappresentate le quattro Virtù cardinali (Prudenza, Fortezza, Giustizia, Temperanza). La seconda cappella, dedicata a Santa Rita da Cascia, è stata ricostruita dopo essere stata danneggiata nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Nella terza Cappella vi è un quadro raffigurante San Tommaso di Villanova, copia della tela di Murillo conservata al Museo delle Belle Arti di Siviglia; in precedenza in questa cappelletta vi era una tela molto bella, spostata poi nella Sagrestia, rappresentante un miracolo di San Vincenzo Ferreri (XVII secolo). L’ultima cappella del corridoio di destra, dedicata alla Madonna Addolorata, ha un altare con tempietto neoclassico a quattro colonne ioniche e un soffitto ribassato su cui è stato rilevato il piano per una cantoria.
Nell’area absidale, oltre al presbiterio e all’altare maggiore, si trova un grande dipinto ad olio opera della fine del XIX secolo del pittore Apparisio, in cui è rappresentata la Trinità, con Cristo alla sinistra, Dio Padre alla destra e con la Colomba dello Spirito Santo. Al di sopra dell’altare con balaustra del transetto di destra sono visibili quattro statue dorate, pregevoli esempi di arte orafa della fine del XVIII secolo (rappresentanti San Sebastiano, San Tommaso di Villanova, Sant’Emidio e San Vincenzo Ferreri a mezzo busto) oltre ad un tabernacolo risalente alla fine del XVIII secolo e una grande tela raffigurante la Madonna di Monferrato. Nell’altare con balaustra del transetto di sinistra, invece, un tabernacolo ligneo del XIX secolo e, a destra dell’altare, un armadio a muro con le reliquie e vari reliquari, nonchè una grande tela del XX secolo rappresentante Santa Margherita Maria Alacoque.
Le piccole cappelle del corridoio di sinistra sono analoghe a quelle di destra. Nella prima, un affresco monocromo raffigurante il Battesimo di Cristo di Pietro Tedeschi (XIX secolo). Nella seconda, l’immagine di una Madonna a mani giunte (fine del XVIII secolo) con cornice a raggiera; inoltre affreschi in cui sono raffigurate le Vicende di Sisara e Debora, Giuditta e Oloferne, con riferimenti tipici del periodo neoclassico. Le ultime due cappelle, dedicate rispettivamente al Crocifisso e a San Giuseppe, presentano delle decorazioni ottocentesche a carattere floreale e geometrico.