Nemi

Tempio di Diana Nemorense

Il Tempio di Diana Nemorense di Nemi sorgeva immerso nel bosco, sulle rive del Lago di Nemi (che per questo era anche detto "specchio di Diana") e, secondo studi archeologici, il luogo di culto era venerato già nell'età del Bronzo.

L’area del santuario di Diana Nemorense, frequentata già a partire dalla media età del Bronzo (XV secolo a. C.), presenta durante l’VIII secolo a.C. un lucus, al cui centro sorgeva probabilmente un altare. Il luogo assunse in epoca arcaica una forte valenza politica, in quanto divenne il centro federale delle città latine riunite presso il Lucus Ferentinae o Bosco Ferentino, localizzato sul Monte Savello, ad Albano Laziale (RM).

Era meta ogni 13 di agosto, in base a quanto narra Ovidio nei Fasti 3, 259-275, di una processione di donne provenienti da tutta la Penisola, le quali in onore della dea arrivavano al santuario vestite di bianco, con corolle di fiori sulla testa e torce accese. Il Tempio era articolato in un enorme complesso che si estendeva per circa 45.000 mq. e la cui superficie era sostenuta a valle da sostruzioni triangolari ed a monte da nicchioni semicircolari in cui probabilmente erano delle statue ed un terrazzamento superiore. Il vasto complesso conteneva – oltre al tempio vero e proprio – due portici di colonne doriche, gli ambienti per i sacerdoti, gli alloggi per i pellegrini, le celle destinate ai doni, i bagni idroterapici ed un teatro.

L’aspetto attuale del complesso è ascrivibile alla fine del II secolo a. C., ma sono documentati anche interventi successivi a tale data. La sua frequentazione arriva verosimilmente al IV secolo d.C., anche se a partire dal II secolo d. C. ne inizia il declino: in seguito all’avvento del Cristianesimo viene abbandonato e spogliato delle sue decorazioni.

Dal XVII secolo in poi iniziarono i lavori di scavo che portarono alla luce numerosi reperti, ad oggi custoditi in diversi musei, ma gran parte del complesso è ancora nascosto.

C’e un’innegabile aurea di mistero che circonda Nemi, celebre per il suo santuario e i riti cruenti che vi si celebravano: Nemi dei misteri